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Titolo: RICCARDO GIAVARINI E BERTA BLANCO
Autore: PAOLO ANNECHINI - Vedi tutte le sue foto
Data scatto: 21-01-2015 02:47:25
Data pubblicazione: 13-07-2023 12:42:41
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Descrizione:
Riccardo Giavarini, missionario laico originario di Telgate (Bergamo), vive dal 1976 a El Alto, in Bolivia, una città molto giovane, popolosa ed estremamente povera. Delinquenza, prostituzione, contrabbando di beni, di alcol e droga trovano qui terreno fertile, anche perché la mancanza di lavoro porta spesso a cercare denaro in qualunque modo. Riccardo ha posto da sempre il tema dei diritti umani al centro del suo agire dando aiuto, accoglienza e soprattutto occasioni di riscatto a chi non è ascoltato e a chi vive in condizioni di sofferenza e disagio: detenuti (adulti e giovani), bambine e adolescenti vittime di sfruttamento sessuale, minori lavoratori e gruppi indigeni. Tante sono le opere istituite, come la Fondazione Munasim Kullakita che interviene a favore di ragazze e adolescenti vittime di violenza sessuale commerciale e gruppi di bambine e bambini che vivono per strada. La prima partenza di Riccardo per l’America latina risale all’età della prima giovinezza; aveva frequentato il ginnasio e il liceo classico in Seminario a Bergamo. A 20 anni, prima di iniziare la Teologia, scelse di fare un’esperienza in America latina; Il curato del suo paese si trovava a La Paz e avevo contattato lui. Allora c’era la possibilità di sostituire il servizio militare con due anni di servizio civile e scelsi questa strada. Dopo il corso al CUM (Centro Unitario Missionario) di Verona, è partito per la La Paz e dopo un anno lì, ne ha fatti altri tre e mezzo a Cochabamba, sempre appoggiato ai preti di Bergamo. Per il giovane Riccardo, subito esperienze forti: erano i tempi della dittatura, segnati dalla violazione dei diritti umani, da morti, desaparecidos e torture; è stato un periodo duro in termini di impatto, sia perché era una realtà sconosciuta, sia perché erano coinvolti in una lotta quasi clandestina per proteggere le persone. È stato così fino al 1980, l’anno del colpo di stato: gli stranieri erano tutti marcati, sapevano che difendevano i diritti umani e si spendevano per il ritorno alla democrazia, lui stesso aveva partecipato ad uno sciopero della fame con altri gruppi. Dopo il colpo di stato, la decisione di rientrare in Italia; ha lavorato come muratore a Telgate, con l’obiettivo di racimolare un po’ di soldi e poter tornare giù. Si è messo in contatto con il progetto Mondo MLAL (Movimento Laici per l’America Latina) ed ha iniziato a lavorare in Perù, sulle Ande. In quegli anni si è sposato con Berta Blanco, venuta a mancare nel 2019; hanno lavorato a lungo insieme: lei per la formazione e la pastorale della donna, lui con contadini, catechisti e giovani. Per nove anni sono stati in un paesino perso nelle Ande; poi una nuova interruzione, segnata dall’arrivo del movimento rivoluzionario Sendero luminoso. Erano molto attivi con i contadini, loro sono arrivati e proponevano di organizzare lotte sociali con le armi, all’insegna di terrore, violenza e distruzione. La chiesa del Sud andino era molto forte, erano molto uniti e si trovavano spesso per momenti di ritiro e riflessione: Sendero luminoso ha cominciato a uccidere sacerdoti, suore e dirigenti popolari. Riccardo, verso la fine degli anni ‘80 è rientrato in Bolivia, dove era ritornata la democrazia. Lì è stato coordinatore del MLAL per una decina di anni, occupandosi di progetti di sviluppo per contadini, donne, bambini di strada e indigeni delle foreste, con l’obiettivo di migliorare non solo le condizioni economiche, ma la partecipazione, la percezione di essere soggetti attivi, l’educazione, la salute e la difesa dell’ambiente. Si è dedicato ai temi dei diritti umani fino al 2010, quando è uscito dal progetto Mondo MLAL”. Dal 2006 Giavarini è responsabile della fondazione Munasim Kullakita (che significa ‘Abbi cura di te stessa, sorellina’). “Si tratta di un’iniziativa che si occupa di sfruttamento sessuale e traffico dei minori in Bolivia, un tema che fino a poco tempo fa era trascurato. Il 25 Marzo del 2023 è stato ordinato sacerdote nella diocesi di El Alto, in Bolivia. Qui all'incontro dei missionari Italiani dell'America Latina, che si è tenuto dal 19 al 23 Gennaio 2015, ad Aparecida, un comune del Brasile nello stato di San Paolo (São Paulo è uno stato del Brasile (capitale San Paolo) situato nella parte sud-occidentale del paese tra l'oceano Atlantico e il fiume Paraná. È lo stato federato più grande del Brasile per popolazione. Lo stato, che ha il 21,9% della popolazione brasiliana, genera il 33,9% del PIL brasiliano) parte della mesoregione della Vale do Paraíba Paulista e della microregione di Guaratinguetá. Vi ha sede l'arcidiocesi di Aparecida. Ad Aparecida si è riunita tra il 13 ed il 31 maggio 2007, alla presenza di papa Benedetto XVI, la V conferenza generale dell'episcopato latinoamericano (La V conferenza generale dell'episcopato latinoamericano, o Conferenza di Aparecida, ha avuto luogo nella città brasiliana di Aparecida dal 13 maggio 2007 al 31 dello stesso mese. Il tema della V conferenza era: Discepoli e missionari di Gesù Cristo in modo che i nostri popoli possono trovare il Lui la vita, ispirato al Vangelo secondo Giovanni, che dice «Io sono la Via, la Verità e la Vita». La conferenza fu convocata da papa Giovanni Paolo II e definita da papa Benedetto XVI. È stata organizzata dal Consiglio episcopale latinoamericano, sotto la guida della Commissione Pontificia per l'America latina. Il regolamento della Quinta Conferenza fu approvato l'8 aprile 2006. Erano presenti alla conferenza 266 partecipanti così distribuiti:162 vescovi, membri della Conferenza 81 invitati fra sacerdoti, membri di ordini e congregazioni religiose cattoliche, diaconi permanenti, laici e laiche; 8 osservatori di altre confessioni religiose e 5 esperti), organizzata dal Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM). Il Consiglio episcopale latinoamericano (Consejo Episcopal Latinoamericano), meglio noto con la forma abbreviata di CELAM, è un organismo della chiesa cattolica che raggruppa i vescovi dell'America latina e dei Caraibi. Il CELAM nasce nel 1955, quando a Rio de Janeiro, dal 25 luglio al 4 agosto, si riunirono per la prima volta i vescovi latinoamericani, che gettarono le basi per la sua costituzione, che ricevette l'approvazione di papa Pio XII. Ogni 4 anni si riunisce l'assemblea ordinaria, composta dai presidenti delle conferenze episcopali della regione, per definire gli orientamenti pastorali ed eleggere i vari dirigenti del CELAM. Periodicamente si riunisce inoltre l'assemblea plenaria di tutti i vescovi del CELAM. Finora sono cinque le conferenze generali degli episcopati latinoamericani: Rio de Janeiro (Brasile), 25 luglio - 4 agosto 1955 Medellin (Colombia), 28 agosto - 6 settembre 1968, aperta da papa Paolo VI Puebla (Messico), 27 gennaio - 13 febbraio 1979, con la presenza di papa Giovanni Paolo II Santo Domingo (Repubblica Dominicana), 12 - 28 ottobre 1992 Aparecida (Brasile), 13 - 31 maggio 2007, con la presenza di papa Benedetto XVI Al suo interno, il CELAM si compone di sette dipartimenti: comunione ecclesiale e dialogo, missione e spiritualità, vocazioni e ministeri, famiglia e vita, cultura e educazione, giustizia e solidarietà, comunicazioni sociali. L'attuale presidente (nel 2023) è l'arcivescovo Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, O.F.M., arcivescovo di Trujillo. Il Consiglio ha sede a Bogotà, in Colombia. MESSAGGIO FINALE Aparecida Chiesa Latino Americana e Chiesa Italiana in dialogo: Incontro dei missionari Italiani 6 Marzo 2015 PROPOSTA DELLA LETTERA ALLA CHIESA ITALIANA Noi presbiteri e laici Fidei Donum; religiosi e religiose inviati in missione dalle chiese che sono in Italia, alle chiese che sono in America Latina e Caraibe, riuniti in Aparecida, nel santuario nazionale della Madonna Aparecida, patrona del Brasile, dal 19-23 gennaio 2015, in un incontro continentale, desideriamo comunicare con le nostre chiese per ringraziare con gioia, insieme, lo Spirito del Signore per il dono della missione. Il tema dell’incontro è stato: "Nulla di quanto è umano può risultarci estraneo", in linea con il prossimo convegno italiano a Firenze, dal tema: "In Gesù Cristo il nuovo umanesimo". Nelle nostre conversazioni, tra diversitá e discussioni, sono emersi alcuni punti che desideriamo inviare umilmente, come un messaggio basato sulla Parola di Gesú pieno di compassione per la gente affamata e stanca come pecore senza pastore. 1. Camminare verso la conversione del cuore, a partire dalla terra dove camminano i nostri piedi e con la gente che portiamo nel cuore, fino a cambiarci la testa, come facciamo nelle nostre comunitá ecclesiali di base, quando ascoltiamo la Parola di Dio. Questa é la nostra teologia. 2. Il tempo che il Dio della vita ci concede é questo e abbiamo capito che l´amore di Dio ci invita a amare fino in fondo, fino a dare la vita come han fatto tanti fratelli e sorelle martiri, da Mons Romero a Sr. Doroty insieme a una moltitudine di altri, molto spesso anonimi. 3. Ci interpella anche S. Ilario vescovo di Poitiers del 4º secolo, ricordandoci quanto scrive all’imperatore Costanzo: " Il combattimento che si profila oggi ci pone di fronte ad un persecutore subdolo, ad un nemico che ci blandisce, che non ci frusta la schiena, ma ci accarezza il ventre, non ci fa perdere la libertá in carcere ma ci rende schiavi dentro il suo palazzo, non ci colpisce i fianchi, ma ci occupa il cuore, non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l’anima con il denaro". Questa provocazione ci sembra molto attuale per tutti noi. 4. Ci domandiamo: Quale testimonianza siamo chiamati a dare qui in America Latina e Caraibe, e in Italia in questo tempo e in questa storia davanti al denaro, per molti un vero idolo, mentre il Vangelo ci ricorda: Non potete servire a Dio e al denaro; davanti all’esercizio del potere spesso esercitato contro i poveri e non a loro servizio; vedendo la madre terra saccheggiata e violentata; davanti a molte famiglie spesso divise per mancanza di amore? 5. Crediamo ci sia bisogno della profezia di un nuovo stile di vita nella fraternitá con tutti: dai giovani senza lavoro, alle vittime sepolte nel Mar Mediterraneo, nuovo cimitero d´Europa di tanti fratelli e sorelle escluse dalla vita; sognamo insieme " nuovi cieli e nuova terra". 6. Con tutta la Chiesa, con il nostro vescovo di Roma, Papa Francesco, profeta di umanitá e della gioia del Vangelo, rivolgiamo un messaggio di profezia alle comunitá: rischiare la vita per gli altri, soprattutto per impoveriti e oppressi, sacramenti di Cristo, certi che saremo sostenuti, nelle comunitá, dalla forza della Parola e dell´Eucarestia. 7. La preghiera del Padre Nostro ci chiede di essere fratelli e sorelle, di vincere le discriminazioni, di aprire il cuore e le braccia a tutta l´umanitá. Chiesa italiana, missionaria in America Latina e Caraibe, mettiamoci tutti a tavola con gli affamati di pane e di giustizia, con i nudi, i senza tetto e senza terra, con i carcerati, con i popoli indigeni massacrati nella loro cultura. Con gli afrodiscendenti; solidali con i popoli perseguitati del mondo. Vorremmo camminare insieme con un nuovo umanesimo ecologico, carico della compassione del Signore. Questa, ci sembra, la profezia del Regno che siamo chiamati a vivere con Cristo nostra Pasqua. Nella fraternitá vera, autentica, ricevete il nostro abbraccio.
 
 
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