Suor Francesca Bernabucci, missionaria a Lima, in Perù, appartenente alla congregazione delle Figlie di San Camillo [in latino Congregatio Filiarum Sancti Camilli) sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: le suore di questa congregazione, dette comunemente camilliane, sono anche membri della Grande famiglia di San Camillo (A partire dal 1998 con la sigla Grande Famiglia di San Camillo (G.F.S.C.) si possono considerare i diversi Istituti religiosi e secolari e le varie associazioni laicali che si ispirano al carisma di san Camillo de Lellis e che operano nel campo della pastorale della salute. Nel mondo i Camilliani di voti perpetui sono 1.200, di cui circa 250 in Italia. A loro si affianca la Famiglia camilliana laica, che conta oltre 2.500 membri; l'Ordine camilliano è presente in oltre 35 paesi del mondo. San Camillo de Lellis fondò a Roma nel 1582 l'Ordine religioso di Chierici Regolari Ministri degli Infermi, riconosciuti da papa Gregorio XIV nel 1591. L'Ordine è composto da religiosi Padri (sacerdoti) e religiosi Fratelli (laici) dediti alle opere di misericordia corporale e spirituale dei malati con un quarto voto specifico che li impegna anche a rischio di vita. Nei secoli successivi accanto all'Ordine dei Ministri degli Infermi si sono costituiti gruppi di persone che si dedicavano alla cura dei malati, dando origine a Congregazioni religiose o a Istituti secolari o ad associazioni di volontariato. Nel XVIII secolo, a Bologna, Rosa Grimaldi istituì le Suore Terziarie Camilliane. All'inizio del XIX secolo, a Lucca, nascono le Ministre degli Infermi ad opera della Beata Maria Domenica Brun Barbantini. Verso la fine del XIX secolo, per iniziativa del Beato Padre Luigi Tezza, camilliano, e di Santa Giuseppina Vannini, sono nate le Figlie di San Camillo. Nel XX secolo, dopo il Concilio Vaticano II, sono nati gli Istituti secolari. Tra i primi le Missionarie degli Infermi-Cristo Speranza, fondate da Germana Sommaruga. Negli ultimi decenni del XX secolo, in varie parti del mondo, sono sorti gruppi di laici, uomini e donne, che sotto varie denominazioni hanno fatto proprio il carisma e la missione di S. Camillo, tra cui la Famiglia camilliana laica sorta per iniziativa dell'Ordine stesso) e pospongono al loro nome la sigla F.S.C. Il 12 febbraio 1891 la consulta generale dell'ordine camilliano affidò a padre Luigi Tezza (nato a Conegliano, nella Diocesi di Vittorio Veneto ed in provincia di Treviso; a quindici anni entrò come postulante nell'Ordine dei Ministri degli Infermi, a Verona, dove fu ordinato sacerdote il 21 maggio 1864. A Roma, il 17 dicembre 1891, incontrò la futura beata Giuseppina Vannini, insieme alla quale affiancò ai Camilliani una congregazione femminile, fondando la Congregazione delle Figlie di San Camillo. Il 3 maggio 1900 partì per il Perù, con il compito di riformare la comunità camilliana di Lima, dove restò per ventitré anni, dedicandosi all'assistenza dei malati e dei poveri, ricoprendo il ruolo di confessore e direttore spirituale in diverse Congregazioni religiose, e assumendo incarichi istituzionali di rilievo, diventando consigliere del Delegato Apostolico monsignor Pietro Gasparri, futuro Segretario di Stato. Morì a Lima il 26 settembre 1923 ed è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 2001) l'incarico di fondare una congregazione femminile che costituisse una sorta di terz'ordine dei ministri degli infermi. Nel corso di una cerimonia celebrata nella cella dove si spense san Camillo de Lellis, il sacerdote consegnò alle prime postulanti uno scapolare decorato con la croce color tané, emblema dei Ministri degli Infermi. Il cardinale Pietro Respighi, vicario per la città di Roma, il 21 giugno 1909 riconobbe la congregazione come istituto di diritto diocesano, ne approvò le costituzioni e ne nominò la Vannini prima Superiora Generale; l'istituto ricevette il pontificio decreto di lode il 25 febbraio 1922 e venne approvato definitivamente dalla Santa Sede il 17 giugno 1931. Papa Giovanni Paolo II nel 1994 ha beatificato madre Vannini (canonizzata da papa Francesco nel 2019) e nel 2001 padre Tezza. Si dedicano all'assistenza corporale e spirituale dei malati ed alla gestione di varie istituzioni socio-sanitarie (ospedali, policlinici, case per anziani, lebbrosari), dell'organizzazione di scuole per infermiere e di opere missionari: ai tre voti comuni a tutti i religiosi (povertà, obbedienza, castità), aggiungono quello di assistere i malati, anche infettivi. Sono presenti in Europa (Georgia, Germania, Italia, Polonia, Portogallo, Spagna, Ungheria), in America (Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Messico, Perù), in Africa (Benin, Burkina Faso, Costa d'Avorio) e in Asia (Filippine, India, Sri Lanka): la sede generalizia è sulla via Anagnina a Grottaferrata (Roma). Al 31 dicembre 2005, la congregazione contava 823 religiose in 97 case]. Qui all'incontro dei missionari Italiani dell'America Latina, che si è tenuto dal 19 al 23 Gennaio 2015, ad Aparecida, un comune del Brasile nello stato di San Paolo (São Paulo è uno stato del Brasile (capitale San Paolo) situato nella parte sud-occidentale del paese tra l'oceano Atlantico e il fiume Paraná. È lo stato federato più grande del Brasile per popolazione. Lo stato, che ha il 21,9% della popolazione brasiliana, genera il 33,9% del PIL brasiliano) parte della mesoregione della Vale do Paraíba Paulista e della microregione di Guaratinguetá. Vi ha sede l'arcidiocesi di Aparecida. Ad Aparecida si è riunita tra il 13 ed il 31 maggio 2007, alla presenza di papa Benedetto XVI, la V conferenza generale dell'episcopato latinoamericano (La V conferenza generale dell'episcopato latinoamericano, o Conferenza di Aparecida, ha avuto luogo nella città brasiliana di Aparecida dal 13 maggio 2007 al 31 dello stesso mese. Il tema della V conferenza era: Discepoli e missionari di Gesù Cristo in modo che i nostri popoli possono trovare il Lui la vita, ispirato al Vangelo secondo Giovanni, che dice «Io sono la Via, la Verità e la Vita». La conferenza fu convocata da papa Giovanni Paolo II e definita da papa Benedetto XVI. È stata organizzata dal Consiglio episcopale latinoamericano, sotto la guida della Commissione Pontificia per l'America latina. Il regolamento della Quinta Conferenza fu approvato l'8 aprile 2006. Erano presenti alla conferenza 266 partecipanti così distribuiti:162 vescovi, membri della Conferenza 81 invitati fra sacerdoti, membri di ordini e congregazioni religiose cattoliche, diaconi permanenti, laici e laiche; 8 osservatori di altre confessioni religiose e 5 esperti), organizzata dal Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM). Il Consiglio episcopale latinoamericano (Consejo Episcopal Latinoamericano), meglio noto con la forma abbreviata di CELAM, è un organismo della chiesa cattolica che raggruppa i vescovi dell'America latina e dei Caraibi. Il CELAM nasce nel 1955, quando a Rio de Janeiro, dal 25 luglio al 4 agosto, si riunirono per la prima volta i vescovi latinoamericani, che gettarono le basi per la sua costituzione, che ricevette l'approvazione di papa Pio XII. Ogni 4 anni si riunisce l'assemblea ordinaria, composta dai presidenti delle conferenze episcopali della regione, per definire gli orientamenti pastorali ed eleggere i vari dirigenti del CELAM. Periodicamente si riunisce inoltre l'assemblea plenaria di tutti i vescovi del CELAM. Finora sono cinque le conferenze generali degli episcopati latinoamericani: Rio de Janeiro (Brasile), 25 luglio - 4 agosto 1955 Medellin (Colombia), 28 agosto - 6 settembre 1968, aperta da papa Paolo VI Puebla (Messico), 27 gennaio - 13 febbraio 1979, con la presenza di papa Giovanni Paolo II Santo Domingo (Repubblica Dominicana), 12 - 28 ottobre 1992 Aparecida (Brasile), 13 - 31 maggio 2007, con la presenza di papa Benedetto XVI Al suo interno, il CELAM si compone di sette dipartimenti: comunione ecclesiale e dialogo, missione e spiritualità, vocazioni e ministeri, famiglia e vita, cultura e educazione, giustizia e solidarietà, comunicazioni sociali. L'attuale presidente (nel 2023) è l'arcivescovo Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, O.F.M., arcivescovo di Trujillo. Il Consiglio ha sede a Bogotà, in Colombia. MESSAGGIO FINALE Aparecida Chiesa Latino Americana e Chiesa Italiana in dialogo: Incontro dei missionari Italiani 6 Marzo 2015 PROPOSTA DELLA LETTERA ALLA CHIESA ITALIANA Noi presbiteri e laici Fidei Donum; religiosi e religiose inviati in missione dalle chiese che sono in Italia, alle chiese che sono in America Latina e Caraibe, riuniti in Aparecida, nel santuario nazionale della Madonna Aparecida, patrona del Brasile, dal 19-23 gennaio 2015, in un incontro continentale, desideriamo comunicare con le nostre chiese per ringraziare con gioia, insieme, lo Spirito del Signore per il dono della missione. Il tema dell’incontro è stato: "Nulla di quanto è umano può risultarci estraneo", in linea con il prossimo convegno italiano a Firenze, dal tema: "In Gesù Cristo il nuovo umanesimo". Nelle nostre conversazioni, tra diversitá e discussioni, sono emersi alcuni punti che desideriamo inviare umilmente, come un messaggio basato sulla Parola di Gesú pieno di compassione per la gente affamata e stanca come pecore senza pastore. 1. Camminare verso la conversione del cuore, a partire dalla terra dove camminano i nostri piedi e con la gente che portiamo nel cuore, fino a cambiarci la testa, come facciamo nelle nostre comunitá ecclesiali di base, quando ascoltiamo la Parola di Dio. Questa é la nostra teologia. 2. Il tempo che il Dio della vita ci concede é questo e abbiamo capito che l´amore di Dio ci invita a amare fino in fondo, fino a dare la vita come han fatto tanti fratelli e sorelle martiri, da Mons Romero a Sr. Doroty insieme a una moltitudine di altri, molto spesso anonimi. 3. Ci interpella anche S. Ilario vescovo di Poitiers del 4º secolo, ricordandoci quanto scrive all’imperatore Costanzo: " Il combattimento che si profila oggi ci pone di fronte ad un persecutore subdolo, ad un nemico che ci blandisce, che non ci frusta la schiena, ma ci accarezza il ventre, non ci fa perdere la libertá in carcere ma ci rende schiavi dentro il suo palazzo, non ci colpisce i fianchi, ma ci occupa il cuore, non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l’anima con il denaro". Questa provocazione ci sembra molto attuale per tutti noi. 4. Ci domandiamo: Quale testimonianza siamo chiamati a dare qui in America Latina e Caraibe, e in Italia in questo tempo e in questa storia davanti al denaro, per molti un vero idolo, mentre il Vangelo ci ricorda: Non potete servire a Dio e al denaro; davanti all’esercizio del potere spesso esercitato contro i poveri e non a loro servizio; vedendo la madre terra saccheggiata e violentata; davanti a molte famiglie spesso divise per mancanza di amore? 5. Crediamo ci sia bisogno della profezia di un nuovo stile di vita nella fraternitá con tutti: dai giovani senza lavoro, alle vittime sepolte nel Mar Mediterraneo, nuovo cimitero d´Europa di tanti fratelli e sorelle escluse dalla vita; sognamo insieme " nuovi cieli e nuova terra". 6. Con tutta la Chiesa, con il nostro vescovo di Roma, Papa Francesco, profeta di umanitá e della gioia del Vangelo, rivolgiamo un messaggio di profezia alle comunitá: rischiare la vita per gli altri, soprattutto per impoveriti e oppressi, sacramenti di Cristo, certi che saremo sostenuti, nelle comunitá, dalla forza della Parola e dell´Eucarestia. 7. La preghiera del Padre Nostro ci chiede di essere fratelli e sorelle, di vincere le discriminazioni, di aprire il cuore e le braccia a tutta l´umanitá. Chiesa italiana, missionaria in America Latina e Caraibe, mettiamoci tutti a tavola con gli affamati di pane e di giustizia, con i nudi, i senza tetto e senza terra, con i carcerati, con i popoli indigeni massacrati nella loro cultura. Con gli afrodiscendenti; solidali con i popoli perseguitati del mondo. Vorremmo camminare insieme con un nuovo umanesimo ecologico, carico della compassione del Signore. Questa, ci sembra, la profezia del Regno che siamo chiamati a vivere con Cristo nostra Pasqua. Nella fraternitá vera, autentica, ricevete il nostro abbraccio. |