| La foto mostra alcuni partecipanti ai riti durante la celebrazione della festa di Iemanjá.
Per i fedeli della religione afrobrasiliana Candomblé questa rappresenta la festa più importante. Tra canti e musiche risuonerà il nome di Iemanjá, la più potente, la più amata degli orixás del candomblé brasiliano. In tutto il Brasile, comprese le modernissime megalopoli, gli spiriti dell’Africa non sono stati esiliati, vivono e sono onorati ogni giorno nei terreiros (luoghi di culto) e nella vita quotidiana di milioni di brasiliani. Il candomblé si basa sulla credenza negli orixás, gli spiriti intermediari fra l’Essere Supremo e gli uomini, associati ai santi del culto cattolico assimilato nei secoli della schiavitù in terra brasiliana. Spiriti dalle passioni e dai vizi umani, protettori delle forze della natura e dei propri fedeli. Forze della natura spesso identificate con caratteristiche femminili, come Iemanjá, la divinità-donna per eccellenza. Il mito della creazione, infatti, racconta che è dal seno prosperoso di Iemanjá che scaturirono le acque degli oceani e tutti gli altri spiriti, suoi figli. E’ lei la Grande Madre, l’utero generatore dell’universo.
Ogni 2 di febbraio in ogni città brasiliana che si affaccia sul mare, viene celebrata la Festa del Mare, la Festa di Iemanjá. A lei vengono offerti doni, lasciati in cesti posti sulle acque che li trasporteranno lontano, prima di inabissarsi nell’oceano, nelle cui profondità Iemanjá li riceverà. Questa festa è una delle più importanti dell’anno e a Salvador de Bahia, sulla spiaggia di Rio Vermelho, ogni anno si raccoglie una moltitudine di persone pronte a lasciare tra le onde le proprie preghiere e richieste alla Grande Madre, unita nella devozione popolare a Nossa Senhora da Conceição, Nostra Signora della Concezione. |
